La Rai e il ragazzino prosseneta

Le puntate del 25 e 26 novembre 2002 della trasmissione “Al posto tuo”, in onda su Rai2, vedono come protagonista un ragazzino di 11 anni. Il suo dichiarato scopo è quello di procurare alla madre un nuovo uomo dopo l’intervenuta separazione legale. Alla trasmissione partecipano il ragazzino, la madre, quello che secondo il ragazzino sarebbe il compagno ideale per la madre, la zia, la nonna e la sorella del ragazzino. La trasmissione svela particolari inerenti la sfera privata dell’intera famiglia. Ciascun partecipante esprime il proprio convincimento sulla proposta fatta dal ragazzino, affezionato all’uomo che vorrebbe come nuovo padre. Il pubblico in sala partecipa attivamente alla vicenda, attraverso interventi, applausi o segni di disapprovazione.

Dopo qualche giorno il Garante per la Protezione dei Dati Personali interviene d’ufficio. Rileva la violazione dell’art. 7 del codice di deontologia dei giornalisti, laddove “impone in ogni caso di considerare il diritto del minore alla riservatezza come primario rispetto al diritto di cronaca”, ritenendo particolarmente evidente “l’intrusione nella sfera privata del minore”; nonché delle prescrizioni della Carta di Treviso, così come integrate dal “Vademecum” del 1995, secondo cui “il bambino non va intervistato o impegnato in trasmissioni televisive o radiofoniche che possano ledere la sua dignità, né turbato nella sua privacy o coinvolto in una pubblicità che possa ledere l’armonico sviluppo della personalità e ciò a prescindere dall’eventuale consenso dei genitori”.

Il Garante conclude segnalando “a RAI Radio Televisione Italiana S.p.a. la necessità di conformare il trattamento dei dati personali descritto in premessa ed effettuato in altre trasmissioni, anche future, alle disposizioni ed ai principi richiamati nel presente provvedimento”, disponendo altresì “l’invio di copia della presente decisione al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti”.

(Garante per la Protezione dei Dati Personali, 11 dicembre 2002)
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La decisione del Garante riflette la concezione del minore come persona destinataria di una tutela assoluta, che prescinde anche dalla volontà dei genitori. Non basta che questi diano il loro consenso alla partecipazione di un minore ad una trasmissione televisiva. Occorre che la trasmissione non si sostanzi in una invasione della sfera privata del minore, la cui riservatezza è da tutelare a priori.

E non c’è dubbio che “Al posto tuo” abbia dato in pasto al pubblico l’intera situazione familiare del minore, ponendo l’accento soprattutto su disagi (come la separazione dei propri genitori) che al contrario vanno tenuti lontani il più possibile dai riflettori della cronaca, allo scopo di impedire che simili fatti pregiudichino l’armonico sviluppo della personalità del minore. Qui, per il bene del minore, va garantita la massima riservatezza.

Oltre a ciò, vi è la spettacolarizzazione di una vicenda per la quale si fa fatica a scorgere un reale interesse pubblico. Per giunta l’atteggiamento del bambino, che si adopera perché la madre si unisca ad un altro uomo, quasi il minore fosse una sorta di “prosseneta matrimoniale”, vìola la Carta di Treviso laddove vuole proteggerlo da quei “clamorosi protagonismi” che possono deviare o quantomeno disturbare il suo naturale processo di maturazione.

Vi è poi un altro aspetto che va valutato. Una trasmissione televisiva che presenta un ragazzino di 11 anni come chi è in grado di guidare la propria madre nella scelta del compagno di vita, si pone in evidente contrasto con il concetto stesso di “informazione”, non potendo in alcun modo pretendere di rispecchiare la realtà. Se infatti può essere normale coinvolgere i figli minori nelle più importanti scelte di vita, non è assolutamente credibile che un ragazzino di 11 anni, di propria iniziativa, stimoli e convinca la propria madre ad unirsi con un uomo sulla base delle proprie sensazioni. Qui a mancare è, con ogni probabilità, lo stesso requisito della verità, che finisce per lasciare il posto a quel sensazionalismo che non ha niente a che vedere con l’informazione.