A Sanremo
uomo bianco discriminato:
bocciati gli Analisilogica
Bologna, 11 gennaio 2010
(avv. Antonello Tomanelli)
Mentre a Rosarno parte la caccia al nero, a Sanremo la Commissione “Sezione Nuova Generazione”, incaricata di selezionare i giovani che potranno esibirsi al festival, esclude una band che nella propria canzone implora i bianchi di non fare più le guerre. E’ un bel pezzo, intitolato “Ma c’era il sole”, che narra di un bambino che perde le gambe per colpa di una mina esplosa su un campo dove, attratto dal sole, si era recato per giocare. La band in questione si chiama “Analisilogica”.
La band parla esplicitamente di censura, per essere il pezzo dichiaratamente pacifista, quindi “scomodo”. E a sentire la motivazione ufficiale addotta dalla Commissione sembra difficile dare torto a quei ragazzi. La Commissione ha motivato la decisione appellandosi all’art 3 del Regolamento, che vieta ai gruppi di presentare testi che contengano “elementi discriminatori in ragione di età, sesso, orientamento sessuale, condizioni personali e sociali, razza, lingua, nazionalità, opinioni politiche e sindacali, credenze religiose e di quant’altro”. Il passo della canzone che pare sia meno piaciuto alla Commissione è il seguente: “Gli uomini bianchi che parlano quella lingua strana non mi piacciono. E’ colpa loro se adesso la mia famiglia non è più felice”. Nella canzone, gli uomini bianchi sono quelli che sganciano le bombe e seminano di mine i campi dove i bambini vanno a giocare quando c’è il sole.
La censura è un atto estraneo ad un ordinamento democratico. Di conseguenza, per non violare dichiaratamente la Costituzione (nella fattispecie l’art. 21, che sancisce la libertà di pensiero, ma anche l’art. 33, che sancisce la libertà dell’arte) chi censura deve mentire, nascondendo la motivazione reale e sforzandosi di attribuire al provvedimento una parvenza di legalità. A volte i censori sono abili nel fare ciò. Altre volte sono così maldestri da far dubitare seriamente chiunque della loro intelligenza. La fattispecie degli Analisilogica rientra proprio in quest’ultimo caso. Vediamo perché.
Per la Commissione di Sanremo, il testo della canzone è “non idoneo” nel punto in cui il bambino critica “gli uomini bianchi che parlano quella lingua strana”. Per la Commissione, il testo vìola l’art. 3 del Regolamento di Sanremo perché attua la discriminazione dell’uomo bianco.
Una motivazione che suscita ilarità, non c’è alcun dubbio. Ma è importante notare come il provvedimento della Commissione sia viziato da una palesemente errata interpretazione del concetto di “discriminazione”, tanto evidente da far rimanere chiunque perplesso di fronte ad una tale ostentata incapacità di motivare un provvedimento censorio.
La discriminazione, infatti, ha i propri incontestabili elementi identificativi. E’ attuata da chi, nel proprio modo di vedere, vanta una posizione di superiorità nei riguardi del discriminato. Chi discrimina è il forte, il discriminato è il debole. Un debole i cui diritti non vengono rispettati. O perché l’ordinamento al quale è assoggettato non glieli riconosce a priori. O perché, pur riconoscendoli formalmente, non riesce a garantirli a causa del comportamento dei suoi consociati. In ogni caso, nella discriminazione vi è sempre un assoggettamento del discriminato, alla sovranità locale oppure al comportamento dei consociati.
Ebbene, quale sia la condizione di discriminato che caratterizzerebbe il “bianco” che nella canzone degli “Analisilogica” fa le guerre e fa saltare i bambini sulle mine, francamente è un mistero. Il bambino virtuale che parla nella canzone non manifesta certo un sentimento di superiorità nei confronti dell’uomo bianco, che anzi è il suo carnefice. Ma soprattutto è l’invasore. Qui il riferimento del concetto di discriminazione al bianco che sgancia le bombe è ontologicamente impossibile, poiché l’invasore, per definizione, contesta proprio quella sovranità alla quale il discriminato è, al contrario, inesorabilmente assoggettato.