Foto di Villa Certosa:
illegittimo il sequestro
della Procura di Roma
Bologna, 30 maggio 2009
(avv. Antonello Tomanelli)
C’era da aspettarselo. Esistono fotografie che inchioderebbero il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a quelle responsabilità (quantomeno) morali che da più parti gli vengono imputate con riferimento a sue presunte frequentazioni di ragazze molto giovani, anche minorenni.
Le foto sarebbero state scattate da un fotografo professionista, Antonello Zappadu, appostatosi su una lontana terrazza per immortalare gli eventi. Eventi che si sarebbero verificati in luoghi privati. Si parla di una festa all’interno di Villa Certosa, la residenza estiva in Sardegna di Berlusconi, con ragazze minorenni (tra cui la stessa Noemi), alcune addirittura in topless, anche per allietare il primo ministro ceco Topolanek e la sua delegazione.
L’indubbio carattere privato del luogo da cui sono state attinte quelle imbarazzanti immagini ha spinto la Procura di Roma, su richiesta dello stesso Berlusconi, a sequestrare quelle foto, circa 700, attraverso lo strumento previsto dall’art. 321 del codice di procedura penale. E’ il sequestro preventivo, che viene disposto dal pm (ma che deve essere convalidato entro 10 giorni dal gip) “quando vi è pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati”. Per quel che qui interessa, il reato ipotizzato dal pm romano è quello di violazione della privacy: il sequestro è stato quindi disposto per evitare la pubblicazione di quelle foto, evento che certamente avrebbe “aggravato o protratto le conseguenze” del reato. Nella mente del pm, quindi, il reato è sorto in mancanza del consenso alla raccolta e alla successiva diffusione dei numerosi “dati personali” (in primis, le fattezze fisiche dei partecipanti agli eventi, tra cui quelle dello stesso presidente del Consiglio) contenuti in quelle foto.
Può essere considerato legittimo il provvedimento di sequestro della procura di Roma?
Andiamo indietro nel tempo. Un anno fa, maggio 2008. Da qualche giorno sono uscite sul settimanale “Oggi”, edito da Rcs, alcune foto che ritraggono Berlusconi attorniato e coccolato da cinque ragazze, tra cui una ex del Grande Fratello, sempre all’interno di Villa Certosa. Berlusconi, che ovviamente non ha espresso alcun consenso alla pubblicazione di quelle foto, si rivolge al tribunale di Milano chiedendo il sequestro preventivo sulla base del reato di “interferenze illecite nella vita privata” (art. 615bis del codice penale).
La difesa di Rcs si oppone al sequestro sostenendo che le fotografie vanno considerate stampa, quindi non possono essere oggetto di sequestro preventivo, pena la violazione dell’art. 21 Cost. In effetti, l’art. 21 Cost. dice che la stampa può essere sequestrata “soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi”. La legge che autorizza il sequestro della stampa è il Regio Decreto Legislativo n. 561/1946, che all’art. 1 consente in generale il sequestro di “edizione dei giornali o di qualsiasi altra pubblicazione o stampato”, ma soltanto “in virtù di una sentenza irrevocabile dell’autorità giudiziaria” (non quindi di un decreto, che è la forma del provvedimento con cui si dispone il sequestro preventivo). E laddove lo stesso Regio decreto prevede ipotesi di sequestro preventivo (ossia disposto non con sentenza), le limita a quelle “pubblicazioni o stampati che ai sensi della legge penale sono da ritenere osceni o offensivi della pubblica decenza” (art. 2).
Pm e gip danno ragione a Berlusconi sequestrando a Rcs tutte le foto (circa 400) e i negativi, sul presupposto che la semplice foto non è riconducibile ad una manifestazione di pensiero di cui all’art. 21 Cost., quindi non può beneficiare della speciale tutela prevista per la stampa.
Il sequestro sarà confermato dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 17408 del 2008. che però affermerà: “Non possono farsi rientrare tra gli stampati e le copie di quotidiani o di giornali periodici le fotografie ritraenti atteggiamenti della vita privata ottenute con una condotta costituente reato, mediante intrusione in luoghi di privata dimora con mezzi tecnici particolari, perché esse non attengono alla manifestazione del pensiero”.
Che significa ciò? Significa che se le immagini tratte dal fotografo non ritraggono “atteggiamenti della vita privata” ma fatti di interesse pubblico, allora le relative fotografie vanno considerate alla stregua di “stampa”, perché veicolano una notizia. E qualsiasi consenso alla loro pubblicazione diventa irrilevante. Quindi, devono godere della tutela costituzionale prevista per la stampa, con la conseguenza che non possono essere oggetto di sequestro preventivo.
Ora, ritornando al caso principale, non c’è dubbio che la pubblicazione di foto che ritraggono ragazze molto giovani, alcune minorenni, in topless all’interno della residenza del presidente del Consiglio, presente con esse e insieme ad un capo di Stato estero, soddisfa un reale interesse pubblico. Soprattutto nel momento in cui Berlusconi è sospettato di frequentare minorenni e di fare loro ingenti regali. Soprattutto da quando il caso Noemi è diventato un caso politico. Soprattutto se in quelle foto è ritratta proprio Noemi (minorenne) insieme alla sua amica (anche lei minorenne), quella stessa Noemi che Berlusconi ha sempre sostenuto di aver incontrato esclusivamente in compagnia dei genitori di lei. Qui la sussistenza dell’interesse pubblico rende irrilevante il consenso alla diffusione di quelle foto, che assurgono così a notizia, tanto da poter essere considerate alla stregua di “stampa”, rendendo così non esperibile lo strumento del sequestro preventivo.
E qui l’interesse pubblico è notevole. Non siamo di fronte ad un caso di cronaca scandalistica, ossia quel tipo di cronaca che, prescindendo da un obiettivo interesse pubblico, implica sempre una violazione del diritto alla riservatezza e necessita pertanto del consenso esplicito o implicito di chi ne è bersaglio. Al contrario, quelle foto sarebbero in grado di smentire clamorosamente le dichiarazioni pubbliche di Berlusconi. E di fare luce su una questione che è ormai diventata un caso politico, facendo emergere particolari che con ogni probabilità finirebbero per collocare Silvio Berlusconi in una posizione assolutamente incompatibile con il ruolo di chi si pone, sia pure per libere elezioni, alla guida di un Paese civile.