La bufala del Crodino cancerogeno
Il 27 settembre 1986 sul periodico siciliano “L’A.” appare un articolo allarmante. Il noto ospedale parigino Villejuif, specializzato nella lotta contro i tumori, ha reso pubblica una “lista nera” di sostanze contenute in varie bevande presenti in commercio che causerebbero, secondo approfonditi studi, l’insorgenza di vari tumori. I consumatori vengono quindi invitati a non acquistare prodotti contenenti quelle sostanze. Tra queste spicca l’E 330, indicato nell’articolo come una “micidiale sostanza” presente nel Crodino.
La “Terme di Crodo S.p.a.”, produttrice della nota bevanda, cita in giudizio articolista e direttore responsabile. Il processo svela la bufala. Il noto ospedale parigino Villejuif non è mai esistito, poiché Villejuif è in realtà una località nei dintorni di Parigi. Due cliniche di Villejuif (queste reali) avevano contattato l’Ambasciata italiana avvertendo che la “lista nera” era solo una burla. Il ministero della Sanità, prima della pubblicazione dell’articolo su “L’A.”, aveva diffuso un comunicato con il quale si definiva il documento indicante la lista delle sostanze cancerogene “apocrifo e privo di attendibilità”. Infine, l’E 330, la “micidiale sostanza” che l’articolo dà presente nel Crodino, altro non è che l’innocuo acido citrico.
Articolista e direttore responsabile si difendono in giudizio invocando la verità putativa quale scriminante del diritto di cronaca. Ma la loro difesa è un’arma spuntata, poiché esibiscono agli atti la fotocopia di un foglio ciclostilato privo di data, intestazione e sottoscrizione. In pratica, la fonte è un volantino anonimo.
Vengono condannati sia in primo grado che in appello. Ricorrono in Cassazione, la quale ovviamente respingerà il ricorso affermando che “In tema di illeciti commessi a mezzo stampa, l’esimente putativa non può in alcun caso essere invocata qualora la condotta dell’agente sia viziata da comportamento colposo”.
Sul presente caso c’è davvero poco da dire. Non è solo folle pretendere che si consideri “fonte attendibile” un volantino ciclostilato privo di intestazione e sottoscrizione, ma impossibile anche ricondurlo allo stesso concetto di “fonte”, poiché potrebbe essere stato scritto da chiunque. Qui non è neanche corretto parlare di “verifica” della notizia, poiché il contenuto di quel foglio non può considerarsi “notizia”. E’ solo uno spunto da cui incominciare un lavoro di ricerca, che potrà portare alla acquisizione della notizia o allo smascheramento della “bufala”. Nel caso in questione, una brevissima ricerca sarebbe bastata.